A soli quindici anni dal suo inizio, è già evidente come il XXI secolo sia il secolo del cambiamento, delle trasformazioni in ogni ambito. Anche di quello lavorativo: i mutamenti delle pratiche e della società, infatti, hanno talvolta messo in seria difficoltà sia le Aziende sia i Professionisti. Ad aiutarli, però, interviene un’alleata insospettabile: la Normativa di settore.
Perché la Normativa è nostra alleata? Va fatta un’indispensabile premessa.
Durante il mio percorso lavorativo ventennale, svolto presso Aziende private e Studi Professionali, ho avuto la possibilità di assistere ai cambiamenti normativi e, soprattutto, curarne l’aspetto tecnologico e telematico. Nel corso degli anni, ho assistito al radicale e sconvolgente cambiamento avvenuto nel modo degli Enti competenti legati alla professione svolta, cambiamenti che hanno messo in seria difficoltà sia le Aziende sia i Professionisti.
Un tuffo nel passato…
Una volta ciascun lavoratore (o aspirante tale) doveva essere dotato di Libretto di Lavoro, un documento rilasciato dall’Ufficio di Collocamento nel quale andavano riportate informazioni come il lavoro svolto, il periodo, la qualifica conseguite, ecctera.
Istituito nel 1935, il libretto di lavoro fu abolito nel 2002 (dal Dlgs. N. 297)
Il libretto di lavoro è stato sostituito dalla Scheda Professionale del Lavoratore, che veniva rilasciata dai Centro per l’Impiego e conteneva i dati relativi alle esperienze formative e lavorative della persona in cerca di occupazione, alla sua effettiva disponibilità e alla certificazione delle sue competenze professionali.
Un altro strumento (istituito dalla Legge Biagi, cioè il Dlgs. N. 276 del 2003) è il Libretto Formativo del Cittadino, che faceva riferimento alla persona in un’accezione più ampia e raccoglieva informazioni, dati e attestazioni riguardanti le esperienze di tipo educativo/formativo e lavorative, effettuate anche in ambito sociale, ricreativo o familiare da ogni individuo.
Entrambi gli strumenti si collocavano nell’ambito del Sil (Sistema Informativo Lavoro), che raccoglieva i dati anagrafici delle persone inoccupate, disoccupate o di coloro che, pur avendo un’occupazione, erano in cerca di un’altra opportunità lavorativa.
Il CUD, invece, fu introdotto nel 1998: prima della sua introduzione, i redditi erano certificati con il modello 101, per i lavoratori dipendenti, e con il modello 201 per i pensionati.
Esso serviva a certificare redditi derivanti da pensione e assimilati che il datore di lavoro o l’ente pensionistico aveva l’obbligo di rilasciare ai propri dipendenti o pensionati per attestare le somme erogate e le relative ritenute effettuate e versate all’erario statale. A partire dal 2015 ha cambiato nome in Certificazione Unica, nella quale vengono indicati i redditi di lavoro dipendente, equiparati ed assimilati; i redditi di lavoro autonomo professionale.
Lo storico Libro Matricola, invece, è stato sostituito dal Libro Unico del Lavoro. Come dimenticare, infine, il nostro vecchio Certificato Medico, che è stato sostituito da un numero di protocollo?
Una valanga di carte: la fuga è digitale
La digitalizzazione si è sviluppata nel corso degli anni sostituendo tutto ciò che veniva presentato in forma cartacea presso gli Enti con l’esclusivo invio telematico, tramite i portali telematici messi a disposizione dagli Enti stessi. Per citarne alcuni:
- Il Centro per l’Impiego ha creato una serie di portali, come ad esempio il “COB e SINTESI”, a mezzo dei quali vengono inviate le pratiche relative ai dipendenti e non solo;
- L’INAIL ha un proprio portale a mezzo del quale vengono effettuati tutti gli adempimenti;
L’INPS, ormai, non accetta pratiche se non presentate esclusivamente in via telematica.
Gli effetti della digitalizzazione
Vi sono parecchi effetti negativi e positivi legati al cambiamento digitale: poiché tutti gli Enti Pubblici pretendono l’utilizzo degli strumenti telematici, non è più possibile utilizzare il vecchio metodo di presentazione cartacea con la conseguenza che i servizi tradizionali ormai non portano più al risultato finale richiesto dalla Normativa stessa.
Cinque effetti negativi…
- Mezzi informatici. Gli studi spesso non utilizzano validi strumenti informatici, di conseguenza ciò che dovrebbe essere un guadagno di tempo si trasforma in un incubo; elemento fondamentale per risparmiare tempo, una risorsa non formata non è in grado di utilizzare correttamente gli strumenti a disposizione portando inevitabilmente lo Studio a una perdita di tempo oltre che economica;
- Rapporto umano. Purtroppo, l’evoluzione ha portato inevitabilmente ad un rapporto esclusivamente on line o telefonico, abbiamo perso il confronto diretto;
- Difficoltà di comprensione. I manuali non sempre sono completi e di facile comprensione, la mancanza di un operatore con cui confrontarsi rende difficile svolgere l’adempimento stesso. Ciò porta a una perdita di tempo oltre che, spesso, a un un gran mal di stomaco;
- Estrema Diffidenza. Nei confronti di tutto ciò che è telematico e non cartaceo: sradicare una cultura e cambiare la mentalità non sempre trova un riscontro positivo.
… e cinque effetti positivi
- Più tempo. Da dedicare ad altre attività, la risorsa non deve recarsi presso l’Ente e le code sono ormai dimenticate;
- Non più errori formali. Le pratiche vengono controllate in fase di inserimento nel portale e prima dell’invio eliminando totalmente gli errori.
- Il Wizard. Indica una procedura informatica guidata, generalmente inglobata in una applicazione più complessa, che permette all’utente di eseguire determinate operazioni tramite una serie di passi successivi. Il termine deriva dalla lingua inglese e significa mago;
- Come sopra. Diventeremo tutti dei “maghi”: fino a prova contraria impariamo cose nuove;
- Miglioramento delle competenze. Adeguarci all’evoluzione equivale a un arricchimento mentale e culturale, l’ignoranza non è più ammessa.
Per concludere, citando Socrate: “Dovetti concludere meco stesso che veramente di cotest’uomo ero più sapiente io: … costui credeva sapere e non sapeva, io invece, come non sapevo, neanche credevo sapere”. Platone, Apologia di Socrate.
Normativa: la nostra vera, buona alleata
Non vi è dubbio sul fatto che la Normativa, con le sue imposizioni, ci ha aiutati (con gli anni) a risparmiare tempo che possiamo dedicare ad altre attività come, ad esempio, l’organizzazione del lavoro stesso; le tempistiche nello svolgere gli adempimenti si sono ridotte notevolmente, abbiamo imparato cose nuove e soprattutto tutto questo processo ci ha aiutati ad avvicinarci al mondo digitale.
Per fare tutto ciò è fondamentale utilizzare strumenti adeguati e organizzare al meglio il lavoro e le risorse, ma è ancora più importante avvalersi della consulenza di chi può accompagnarti nel cammino per raggiungere l’obiettivo finale.
Uno studio ben strutturato ha certamente un maggior guadagno poiché può dedicare più tempo ai propri clienti, fornire servizi efficienti e all’avanguardia guadagnando prestigio e serietà, tutto ciò porterà inevitabilmente ad un guadagno economico.
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