Non è una battuta, ma è il racconto di quello che mi è accaduto una domenica pomeriggio come un’altra e che, in pochi giorni, mi ha aperto gli occhi con un po’ di orgoglio misto a preoccupazione.
Per semplicità ti riporto il dialogo avvenuto tra me e mia figlia Marianna 15 giorni prima della presentazione della sua tesina per gli esami di terza media, eseguita in PowerPoint.
Marianna: “Papà, il computer non si accende più: devo finire la tesina ma è un’ora che aspetto che si avvii”
Io (severo): “Come al solito lo avrai spento male o ti sarai dimenticata di metterlo in carica”
Per dovere di cronaca, si trattava di un vecchio Apple del 2011 un po’ malconcio. Provo a intervenire ma niente, il computer non riparte e il mio ego informatico ne esce distrutto. Più malconcio del computer. Così, presto a mia figlia il mio computer nuovo.
Io: “Marianna, usa pure il mio pc ma guarda che questo è Windows 10, non un Mac, e PowerPoint è la versione 2016 per Windows e non la 2011 per Mac. Insomma, può darsi che la tua presentazione perda alcune cose, se hai bisogno di aiuto chiamami”
Marianna: “Va bene papà, grazie”
Passano due giorni e io, in cuor mio, so già che mi toccherà tenere da parte qualche ora per aiutarla. Arriva martedì sera.
Marianna: “Papà, mi controlli il lavoro che ho fatto con PowerPoint e me lo correggi? Così domani lo porto alla prof!”
Io (sicuro di dover passare una notte in bianco per mettere a posto la tesina): “Certo Marianna, guardiamo assieme questo lavoro!”
Parte la presentazione e io rimango, per non usare altri termini… di… sasso!
Mai vista una presentazione del genere: bella, curata, professionale. Uno sballo, insomma, ma visto il mio curriculum informatico da pavone non volevo dare questa soddisfazione a mia figlia.
Io: “Marianna, chi ha fatto questa presentazione?”
Marianna: “Io, papà”
Io: “Ti ha aiutato qualcuno?”
Marianna: “No, ho cercato su Google e ho trovato il sito di Microsoft PowerPoint 2016. Ho letto le funzionalità, ho cercato tutorial su Youtube e ho fatto la mia presentazione. Sai, su Internet si trovano un sacco di cose utili!”.
Colpito e affondato
Sbattuto a terra sul ring con due sberle nette. Le ho fatto i miei complimenti, limitandomi a darle due consigli su font e colori.
Ho pensato a due cose:
- La prima è che a volte una tredicenne in gamba può fare più e meglio di un professionista superpagato
- La seconda è che quando vuoi veramente fare una cosa, nessuno può fermarti
I miei pensieri
I GIOVANI
LA RISPOSTA
LA DIFFERENZA
VIETATO FUGGIRE
IL FUTURO
E ancora
- Alla base di Industria 4.0 ci sta il Cloud, e questo per noi informatici è una grande opportunità, una grande rivoluzione, come quando è arrivato Internet: non commettiamo lo stesso errore di capirne le potenzialità solo dopo circa 10 anni!
- Il Cloud è una scatola vuota, dove tu puoi inventarti quello che vuoi. È come se tutti fossimo messi al volante di una Ferrari: sono i piloti più bravi a portarsi a casa il fatturato. E la pelle
- Stiamo attraversando una trasformazione profonda che sarà assorbita quando tutto il sistema si sarà adattato al cambiamento, e l’innovazione digitale stimola, innova e arriva a rivoluzionare ogni settore, soprattutto il nostro: nell’IT nulla è come prima
- Siamo tutti al nastro di partenza, grandi o piccoli, abbiamo tutti le stesse opportunità, le stesse tecnologie a disposizione, gli stessi costi. È un vantaggio, ma crea anche più concorrenza
- La formazione non è più percepita come un’attività da svolgere solamentedurante l’orario lavorativo o durante una sessione in presenza; è un processo continuo, che prosegue in ogni momento della giornata e in mobilità.
Le mie conclusioni
Accantonato l’orgoglio del padre, è subentrata l’attenzione dell’informatico: se penso al fatturato della nostra azienda, che un domani potrebbe essere anche il futuro di Marianna, posso limitarmi a credere che basti seguire il mercato e non fermarsi davanti all’evoluzione, ma seguire l’onda cavalcandola.
Ma se penso più avanti a quelli che saranno i clienti della SI-NET fra 10-15 anni, aziende messe in piedi dai compagni di Marianna, allora capisco che tutto questo non basta, quello che stiamo facendo e fatturando non è proponibile per quel nuovo tipo di clienti. Già fra 5 anni si affacceranno sul mercato nuove attività e nuove esigenze, con un modello di spesa che toccherà e cambierà il nostro modello di azienda.
Da una parte sono orgoglioso di Marianna, e mi pavoneggio come padre, dall’altra sono preoccupato perché di treni come il Cloud non ne passano più è il nostro processo di evoluzione è sicuramente più complesso e lento del loro apprendimento e adattamento. Da un lato, è anche questo il bello!
Spesso discutiamo con i nostri figli per il tempo che passano attaccati ai telefonini e ai pc, ma forse sbagliamo. Esagerare fa male, ma impariamo a guardarli, osservarli e studiare i loro bisogni e le loro idee. Impariamo a chiedere a loro cosa si aspettano da quei device e da noi. Forse saranno proprio loro a indicarci un nuovo modello sociale ed economico.
Che dire… Marianna è tutta suo papà. E ringrazio anche il mio vecchio computer per essersi fermato, altrimenti ci avrei messo troppo tempo a capire il cambiamento in atto. E avrei rischiato di perdere il treno.
Ps. E se tra un po’ arrivasse un Trip Advisor per noi informatici, proprio come è successo per gli Studi Legali in California? Dai un’occhiata a questo sito per capire quanto dovremmo cambiare approccio con i nostri utenti!