La fattura elettronica implica una modernizzazione di tutti i processi, e quindi mette in moto un circolo virtuoso che porta a riconsiderare attentamente anche la propria identità aziendale. Implementare nel ciclo attivo e passivo la gestione del file XML è il primo passo di un percorso di digitalizzazione dell’azienda che va immediatamente a impattare (e chi ha già messo mano al processo potrà solo confermarlo) sulle strategie di comunicazione sia all’interno che all’esterno dell’azienda.
La prima scelta posta dal processo di attivazione della fattura elettronica è infatti una scelta di identità, cioè di come si desidera che la propria azienda venga censita dal Sistema Di Interscambio (SDI). Le possibilità sono tre:
- Posta Elettronica Certificata (PEC)
- Codice destinatario
- Non identificarsi (prelievo manuale della fattura dal proprio cassetto fiscale)
Se a prima vista il processo decisionale innescato da questa prima fase può apparire banale, i lettori più attenti intuiranno immediatamente le implicazioni di questa decisione e si renderanno conto che, in realtà, essa è tutt’altro che banale. In molti casi, questo passaggio può diventare l’occasione per fare un salutare punto della situazione e porsi domande su abitudini ed aspetti pregressi che senza lo stimolo della fattura elettronica sarebbero sempre stati dati per scontato.
Di fronte al contesto della fattura elettronica, le domande che alcune azienda si stanno ponendo sono:
- Sono un’azienda smart?
- La mia azienda è pronta per la sfida dell’industria 4.0?
- Come i miei clienti percepiscono la mia identità?
Soprattutto l’ultima domanda è un campanello d’allarme che non deve essere ignorato. Magari la vostra azienda ha implementato un’efficiente digitalizzazione delle comunicazioni interne, ma questo aspetto come è stato gestito all’esterno? Qual è l’immagine che i vostri clienti (e, perché no, anche i vostri fornitori) hanno di voi? Come viene gestita la comunicazione con tutte le entità che formano l’ecosistema economico e produttivo che ruota attorno alla vostra azienda?
Come vedete, gli scheletri nell’armadio smossi dalla fattura elettronica sono molti, e sono tutte situazioni da accogliere in modo positivo come stimoli per una revisione e modernizzazione costruttiva non solo dei propri processi, ma anche della propria vision e mission aziendale. Questa modernizzazione ruota attorno a un fulcro rappresentato dal primo biglietto da visita che presenta a un cliente la propria azienda, ossia la brand identity.
Di tutte le innovazioni tecnologiche non inventate dalla fattura elettronica, ma che la fattura elettronica contribuirà in modo decisivo a integrare nella nostra quotidianità e nella nostra cultura, una delle più evidenti sarà l’adozione del QR Code come biglietto da visita e, perché no, come una vera e propria carta d’identità digitale dell’azienda.
Il codice QR fu sviluppato nel 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave, per tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche di Toyota. Vista la capacità del codice di contenere più dati di un codice a barre, fu in seguito utilizzato da diverse industrie per la gestione delle scorte. Nel corso degli anni 2000 alcune di queste funzioni furono progressivamente assolte dalle etichette RFID.
Nel 1999, Denso Wave ha distribuito i codici QR sotto licenza libera, favorendone così la diffusione in Giappone. Nello stesso anno NTT Docomo, la principale compagnia di telefonia mobile del paese, ha lanciato i-mode, sistema per l’utilizzo del web dal telefono cellulare. In poco tempo, i-mode divenne molto popolare tra i giapponesi, e già all’inizio del nostro secolo cominciavano ad essere sviluppate applicazioni per cellulari orientate verso la comodità.
In questo contesto di sviluppo pervasivo del web mobile nella vita quotidiana dei giapponesi, i codici QR si rivelarono utili per sollevare le persone dal noioso compito di inserire dati nel telefonino. Così, dalla seconda metà degli anni 2000, divennero sempre più comuni le pubblicità che ricorrevano all’uso dei codici QR stampati sulle pagine di giornali e riviste, o sui cartelloni pubblicitari, per veicolare facilmente indirizzi e URL. L’utilizzo dei codici QR sui biglietti da visita si diffuse inizialmente in Giappone, con lo scopo di semplificare l’inserimento dei dati nella rubrica del cellulare. In Europa e in Italia la diffusione del QR Code è stata favorita dalla capillare presenza nelle aziende e nelle famiglie degli smartphone.
Rispetto al tradizionale barcode come lo conosciamo, il QR Code offre questi vantaggi:
- Capacità di memorizzare molti più dati e informazioni
- Mobile friendly
- Penetrazione nella cultura popolare
Diventa un passaggio quasi naturale, perciò, coniugare l’esigenza di un nuovo modo di esprimere la propria identità aziendale innescata dalla fattura elettronica con l’utilizzo di questo mezzo di comunicazione. Il QR Code diventa un vero e proprio sigillo, quasi un secondo logo, che si presta in modo nativo a essere diffuso e trasmesso in tutti i mezzi che ben conosciamo, analogici e digitali.
I vantaggi dell’utilizzo del QR Code come ausilio nei processi di comunicazione legati alla brand identity sono molteplici ed evidenti:
- Capacità di offrire una notevole quantità di informazioni dettagliate
- Adattabilità alle esigenze creative di grafici e brand manager
- Integrazione con le tecnologie web e mobile
- Semplicità di utilizzo per l’utente finale
Il funzionamento del QR Code è infatti semplice e non richiede particolari competenze tecniche o informatiche per essere implementato all’interno delle comunicazioni aziendali.
I codici QR possono contenere una molteplicità di dati:
- indirizzi di siti web
- testi liberi
- numeri di telefono
- sms
I QR Code sono leggibili da qualsiasi telefono cellulare e smartphone munito di un apposito programma di lettura (lettore di codici QR, o in inglese QR reader). Dalla fine degli anni 2000, spesso questi programmi di lettura dei codici QR sono spesso già installati nei telefonini dai relativi produttori. Esistono comunque molti siti web che offrono i lettori per cellulari, generalmente senza costi.
Per leggere un codice QR è sufficiente inquadrarlo con la fotocamera del cellulare dopo aver aperto il lettore. Per quel che riguarda la scrittura, esistono diversi siti che consentono la libera produzione di codici QR. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile una pagina dedicata alla generazione di un QR Code che riepiloghi i propri dati aziendali e il mezzo preferito per ricevere la fattura elettronica, se la PEC o il codice destinatario.
Questo, ad esempio, è il Qr Code che abbiamo generato per la nostra azienda con il tool offerto gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate.
Riesci a inquadrarlo? Che informazioni leggi sul tuo telefonino?
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci sul blog e sulla nostra pagina di Linkedin. Pubblicheremo in modo continuo approfondimenti sulla fattura elettronica e su tutto ciò che gira intorno alla milestone del 1° gennaio 2019. A settembre abbiamo anche in agenda un webinar in cui mostreremo anche gli aspetti più tecnici legati alla configurazione e all’utilizzo del modulo dedicato alla fatturazione elettronica nei nostri gestionali. Non perdertelo.
Questo articolo contiene materiale preso dal sito web di Wikipedia, distribuito con licenza Creative Commons (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it)
Si ringrazia Cristina Ghizzi per la generazione del QR Code.